Uno studio britannico valuta la capacità di un nuovo test proteico di catturare i biomarcatori della demenza nel sangue

Text: British Study Evaluates Ability of Novel Protein Assay to Capture Blood-Based Dementia Biomarkers | Background: A scientist looks at a sample using a microscope.

UN studio pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia valuta la capacità di un nuovo test proteico di rilevare e analizzare i biomarcatori ematici delle demenze, tra cui la FTD.

Biomarcatori del sangue come Percorso per una diagnosi precoce e accurata

Biomarcatori clinicamente utilizzabili sono essenziali per una diagnosi precoce e accurata, soprattutto con il progredire delle sperimentazioni cliniche sui trattamenti potenzialmente modificanti la malattia (FTD). I biomarcatori sono aspetti biologici misurabili che possono fornire indizi sulla presenza o la progressione della malattia. Attualmente non esistono biomarcatori approvati specifici per la FTD. I biomarcatori ematici, rispetto a quelli rilevati nel liquido cerebrospinale (CSF), sono più facili da misurare, poiché i prelievi di sangue sono meno invasivi e accessibili a un maggior numero di medici rispetto alle punture lombari.

Come sottolineano gli autori dello studio, i biomarcatori proteici ematici hanno il potenziale di supportare la diagnosi rilevando la presenza di una patologia molecolare o di un processo che si verifica durante la malattia, come la neuroinfiammazione. La ricerca sullo sviluppo di biomarcatori ematici ha compiuto notevoli progressi, con test di recente sviluppo in grado di rilevare simultaneamente numerose proteine ematiche con elevata sensibilità. Uno di questi strumenti per la valutazione dei biomarcatori ematici, attualmente in fase di sperimentazione in ambito di ricerca, è il test immuno-sandwich legato ad acido nucleico (NULISA), che prevede test separati per le patologie del sistema nervoso centrale (SNC) e per l'infiammazione.

I ricercatori si sono prefissati di testare la capacità di NULISA di rilevare biomarcatori e di valutare se fosse in grado di rilevarli all'interno e tra diverse patologie neurodegenerative, tra cui la demenza frontotemporale (FTD). Gli autori hanno adottato un approccio in due fasi per lo studio. Hanno innanzitutto confrontato i test NULISA per i biomarcatori convenzionali con un altro test (Simoa), che presenta un'elevata sensibilità ma cattura un numero inferiore di bersagli. Gli autori hanno quindi esaminato i pannelli relativi al sistema nervoso centrale e all'infiammazione per valutare la fattibilità dell'utilizzo di NULISA per identificare potenziali biomarcatori diagnostici e prognostici.

Dei 142 partecipanti allo studio, 18 avevano FTD con variante comportamentale FTD (bvFTD), 15 avevano FTD con afasia progressiva primaria (PPA), 36 avevano paralisi sopranucleare progressiva (PSP)34 pazienti presentavano demenza a corpi di Lewy (LBD), 20 erano affetti da malattia di Alzheimer e 20 presentavano un lieve deterioramento cognitivo (MCI) con amiloidi misurabili (un comune biomarcatore dell'Alzheimer). I campioni di sangue sono stati raccolti tramite una flebotomia standard e sono stati analizzati utilizzando il sistema NULISA.

NULISA rileva in modo affidabile il pannello proteico nel sangue

Gli autori scrivono che NULISA è in grado di rilevare proteine con elevata sensibilità sia nel pannello del sistema nervoso centrale che in quello dell'infiammazione, sebbene non tutti i campioni abbiano superato i controlli di qualità. Confrontando i biomarcatori sierici misurati da NULISA con i biomarcatori plasmatici rilevati da Simoa, è stata osservata una correlazione significativa nei livelli proteici tra i due test.

Il pannello NULISA CNS ha rivelato notevoli differenze tra i disturbi confrontando i diversi gruppi di partecipanti. Per FTD e PSP, livelli elevati di proteine neurofilamento leggero (NfL) sono stati il biomarcatore più significativo che ha distinto i partecipanti con entrambi i disturbi dai controlli sani. Inoltre, rispetto ai controlli, una coppia specifica di enzimi è risultata elevata nelle persone con bvFTD. Livelli più elevati di determinate proteine nel pannello CNS hanno differenziato le persone con PSP da quelle con bvFTD e viceversa. Esaminando il pannello CNS per individuare biomarcatori potenzialmente prognostici, gli autori hanno scoperto che livelli elevati di NfL erano significativamente associati alla progressione e alla gravità della malattia, così come a bassi livelli dell'ormone CRH.

È importante notare che il livello di NfL non è specifico della demenza frontotemporale (FTD) e può essere elevato in diverse condizioni che causano danni cerebrali o in caso di infiammazione sistemica. Il potenziale di questi ampi studi esplorativi risiede nell'identificazione di nuovi biomarcatori candidati e/o nella validazione dell'uso di quelli esistenti in determinati casi.

Il pannello di infiammazione ha rivelato che le proteine amfiregulina e CD276 erano elevate nelle persone con bvFTD, PSP e DLB. Le persone con bvFTD e PSP presentavano livelli più elevati di diversi marcatori di infiammazione, il che le distingueva dalle persone con AD, MCI e DLB, che presentavano un set di marcatori più limitato. Tuttavia, a differenza del pannello CNS, gli autori non hanno trovato marcatori che differenziassero significativamente bvFTD e PSP. Esaminando il pannello di infiammazione per i marcatori prognostici, gli autori hanno scoperto che 25 erano predittori statisticamente significativi della progressione della malattia, tra cui CD276 e amfiregulina.

Nel complesso, NULISA si è dimostrato altamente sensibile alle variazioni dei livelli di proteine sieriche in diverse patologie. Il pannello CNS ha dimostrato un'elevata affidabilità ed è stato in grado di rilevare proteine differenziali, mentre il pannello infiammazione ha dimostrato la complessità delle variazioni causate da diverse patologie. Lo studio ha dimostrato che test complessi come NULISA possono fornire risultati coerenti (come i consolidati test Simoa) offrendo al contempo una gamma più ampia di informazioni.

Questi tipi di studi possono aiutare a identificare nuove proteine candidate che potrebbero fungere da biomarcatori per distinguere i disturbi. Saranno necessarie ulteriori ricerche per approfondire i candidati identificati e valutarne la specificità per un determinato disturbo o stadio della malattia. Sei interessato a contribuire alla ricerca sulla FTD? Il registro dei disturbi FTD può metterti in contatto con studi che reclutano partecipanti e aiutarti a condividere le tue esperienze vissute con i ricercatori per orientare la ricerca.

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